Fedele Arturo
Conobbi Arturo nell’ottobre del 2007. Lui non sapeva ancora che avrebbe portato quel nome e che avrebbe fatto il cane da compagnia. Arturo era l’ultimo acquisto di un negozio di animali che presto avrebbe cambiato gestione.
Mia sorella minore sarebbe diventata di li a poco la nuova proprietaria.
In un negozio che passa di mano solitamente si fa un inventario della merce in giacenza. La vecchia proprietà, sapendo di dover cedere l’esercizio non aveva più provveduto a fare grandi ordinativi. Ma stranamente Arturo era stato acquistato insieme ad un altro cucciolo pochi giorni prima del passaggio di consegne.
Lui e uno Shitzu un po’ infreddolito erano gli unici due condomini delle gabbiette.
Lo Shitzu abbaiava e piangeva ogni volta che vedeva un essere umano. Al contrario Arturo era curioso e taciturno. Separato dall’altro cucciolo, Arturo occupava un box tutto suo.
Quando si rileva un negozio l’entusiasmo e l’obiettivo di fare meglio di chi ti ha preceduto, ti fanno tirare su le maniche. Mia sorella decise con forza che prima di iniziare la vendita al pubblico il locale aveva bisogno di un tornado di pulizie e di una attenta selezione della merce. I fatti, in seguito, gli hanno dato ragione. La clientela è aumentata e tutti le fanno grandi complimenti per come ha fatto cambiare faccia al negozio: in meglio.
E Arturo?
Prima dell’apertura ho aiutato mia sorella per circa un mese, consigliandola su molte cose: dalla disposizione della merce, all’organizzazione della vetrina, all’acquisto di altri elementi di arredo. Ogni volta che la incontravo nei locali mi era inevitabile fare una visita ai cuccioli. Arturo mi guardava dalla sua gabbietta. Mi faceva un po’ pena e molta tenerezza. Scodinzolava moltissimo e allora aprivo lo sportello e lo prendevo in braccio per coccolarlo un po’. In cambio di calore e affetto, lui mi leccava il naso. Il suo modo (come tutti i cuccioli fanno) di darti qualche bacio.
La razza canina di Arturo mi era praticamente sconosciuta. E non avendo suscitato troppa curiosità (Arturo mi piaceva così com’era), un giorno mia sorella indicandolo mi disse: guarda che quello è un Cavalier King Charles Spaniel. La complessità del nome mi fece subito approfondire l’argomento e scoprii che dietro a questo c’era una storia bellissima.
Ma di Arturo mi avevano colpito dolcezza e sguardo, uno sguardo umano, ricco di messaggi emozionanti.
A fine novembre inaugurammo il negozio. Sarebbe iniziata la vendita. Anche quella dei cuccioli. Nel frattempo ne erano arrivati altri: pincer, cocker, west highland white terrier, tutti scodinzolanti, tutti un po’ impauriti, tutti desiderosi di trovare un padrone che li coccolasse. Arturo era sempre tranquillo. Quando andavo a salutarlo lui mi guardava, io guardavo lui e mia sorella guardava me. Perché non ti prendi un cane? Mi disse. Ed io: ma figurati, come faccio a gestirlo? Ho tante cose da fare. Sarebbe in impegno troppo grande per me. E poi io vado in moto; come farei a portarlo con me? Mia sorella rispose: si trova sempre il modo per fare le cose. Vedrai che la compagnia di un cane ti cambierà la vita. Lui diventerà la tua ombra e ti rallegrerà quando sei triste, ti darà un affetto che non ti aspetti.
In pochi attimi ricordai la frase di un libricino curioso, Vita istruzioni per l’uso. 511 consigli per essere felici. La prima frase del libro recita: Sii gentile con almeno tre persone al giorno. La seconda, Prendi un cane. Irrazionalmente pensai che quel libro mi stesse suggerendo qualcosa.
Guardai Arturo e lo salutai. Dissi a mia sorella: non proporlo a nessuno, perché sabato vengo a prenderlo.
Arturo si chiama così in onore ai Cavalieri della Tavola Rotonda e del loro re Artù.
Sarebbe diventato il mio piccolo cavaliere, il mio nuovo compagno, la mia nuova vita.
Una vita più felice che mi fece dare ragione al librino e anche a mia sorella.
Gabriella Gai
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Gabriella Gai
Sono Gabriella Gai, vivo e lavoro a Torino. Eclettica di natura ho sviluppato esperienze professionali diverse con un comune denominatore: creatività, progetto e realizzazione. Il mio studio per il riciclo e il riuso dei materiali hanno dato vita ad un progetto dedicato interamente al riciclo del jeans per produrre moda e un lusso sostenibile esteso anche ai complementi di arredo ed alla cura del cane di casa. Il profilo Google di Gabriella Gai
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