Imparare a non sprecare

Lo spreco è un buon punto di partenza per riflessioni che abbracciano argomenti correlati come il riciclo e il riuso, la riparazione di oggetti e persino nuove filosofie di vita improntate ad utilizzare il minimo indispensabile
In questi giorni ho ascoltato con molto interesse alcune interviste fatte ad Antonio Galdo, giornalista e scrittore, nelle quali presentava il suo ultimo libro, dal titolo Basta Poco edito da Giulio Einaudi Editore. Il titolo del libro è a mio avviso accattivante, contiene un messaggio molto positivo e nel contempo dà ad intendere che dietro la semplificazione del messaggio esistano invece riflessioni di non poco conto, processi educativi complessi da diffondere, abitudini scorrette da scardinare, per arrivare ad evitare ciò che di più sciocco le politiche economiche e sociali globali hanno trascurato allegramente: evitare lo spreco. Antonio Galdo affronta per di più in modo chiaro nel sito Non sprecare le possibili tematiche legate allo spreco di qualsiasi genere: dallo spreco di risorse energetiche a quelle alimentari, dando numerosi suggerimenti in links tutti accomunati dalla stessa domanda Cosa non vuoi sprecare?. Le risposte alle singole domande sono discorsive, ben documentate e svolgono una funzione educativa. Iniziare ad evitare lo spreco in termini economici può significare molto: non sprecare dà luogo a circoli virtuosi che non solo aiutano a consumare con buon senso le risorse primarie, come energia e cibo, ma anche ad imparare a gestire meglio i beni dei quali siamo già in possesso, che per qualche motivo sono diventati inutilizzabili perché rotti o non più graditi; la separazione dei rifiuti ci viene in aiuto:- Alcuni beni (in termini di oggetto) possono essere ancora riparabili e continuare dignitosamente a servire. La riparazione crea lavoro e nuove attività di comunicazione in rete. Un sito come iFixit insegna come riparare apparecchiature elettroniche destinate ad essere buttate via. Un altro come Un’idea nelle mani insegna a riadattare cose che tenderemmo a buttare via (fili di lana, pezzi di tessuto, abiti vecchi).
- Beni dei quali vorremmo disfarci seppur a malincuore, non sempre sono utili alle discariche. Torno a citare l’interessante libro di Guido Viale, La Civiltà del Riuso, Laterza che aiuta a comprendere come la vita delle cose è sicuramente ciclica; oggetti che quotidianamente vengono riutilizzati in contesti che non sono la nostra abitazione (si pensi al corredo di un qualunque albergo, dalle lenzuola alle posate, verso il quale non proviamo alcun senso di schifo) possono al loro volta uscire o entrare nelle nostre case rivolgendoci a mercati dell’usato. Spesso in questi mercatini e/o Cooperative di riutilizzo di oggetti si trovano cose molto belle a prezzi davvero competitivi. La Cooperativa il Triciclo di Torino è sempre ricca di novità: oggetti di uso comune, libri, cds, video, vecchi impianti HI-FI ed elettrodomestici sono ben esposti in un capannone alle porte di Torino. All’interno si trova persino una piccola collezione di biciclette d’epoca ed un ciclista che offre servizi di riparazione immediata.
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Gabriella Gai
Sono Gabriella Gai, vivo e lavoro a Torino. Eclettica di natura ho sviluppato esperienze professionali diverse con un comune denominatore: creatività, progetto e realizzazione. Il mio studio per il riciclo e il riuso dei materiali hanno dato vita ad un progetto dedicato interamente al riciclo del jeans per produrre moda e un lusso sostenibile esteso anche ai complementi di arredo ed alla cura del cane di casa. Il profilo Google di Gabriella Gai
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La Collezione Arturo City
Ho disegnato questa collezione pensando a un cane che vive la città insieme al suo padrone.
La sobrietà e l’eleganza distinguono la linea che adotta tessuti pregiati sui toni del nero: Barbour cerato per l’impermeabile, cotone Madras con fantasia Burberry per le fodere e altri complementi, lana cotta nera per i cappottini. Il ricamo del logo Arturo City, la bandiera italiana e altri elementi decorano ogni accessorio della collezione.Arturo, il mio Cavalier King Charles Spaniel indossa il suo impermeabile di taglia 50.
I negozi di Chanellina FashionCamp
Anna Caffè Via Roma, 19 - Torino
____________________________________Silvana Campagna Corso Re umberto, 46 - Torino
La Chanellina FashionCamp
La Chanellina FashionCamp è una borsa appositamente creata per il Workshop Recycled Denim sviluppato durante l’evento FashionCamp 2010 di Milano al quale ho partecipato. La piccola shopper è stata progettata osservando le proporzioni di una borsa della Maison Chanel (appartenente alla collezione icone. E' un progetto facile: la borsa vuole essere un esercizio per chi voglia iniziare a realizzare borse da sè con il jeans da riciclo, un modello basic declinabile in molte altre proposte di tessuto e decorazione.Naviga nelle proposte di Gabriella
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