Shibori per il mezzaro del divano
Qualche tempo fa un’amica mi ha portato in regalo tre vecchi teli di cotone misto lino-canapa. Li descrivo come vecchi perché a ragion del vero vecchi lo erano. In realtà erano antiche lenzuola divise lungo la tradizionale cucitura fatta a mano per unire teli che in passato non erano più larghi di circa 90 cm, così come il telaio li produceva. Normalmente, per creare un lenzuolo, ne venivano uniti due. Considerando che i letti matrimoniali di una volta non erano così comodi e confortevoli in larghezza come quelli ai quali siamo abituati, 180 cm di lenzuolo era più che sufficiente per ricoprire la doppia piazza. Lenzuola fatte di una tela simile sono eterne. La tessitura è talmente spessa da dare al lenzuolo un peso notevole. Dormire in lenzuola antiche dà una sensazione gradevolissima, soprattutto se usate in estate. Il lino, il cotone, la canapa venivano spesso mescolati tra loro per garantire durata, pregio, fornendo anche un’ottima base per il ricamo a mano degli splendidi corredi.
Tre vecchi teli da lenzuola diventano un mezzaro per il divano
Tre teli perfettamente uguali nella lunghezza mi sono sembrati ideali per creare un mezzaro per il mio divano quattro posti. La tela si presentava davvero un po’ consunta, di un colore rustico, ma non così piacevole all’occhio da evidenziarne l’effetto. Per prima cosa ho fatto un bel lavaggio in lavatrice a 75° unendo al comune detersivo quei tipici prodotti ossigenanti e disinfettanti che eliminano macchie ostinate e ingiallimenti. Asciugati e stirati, mi parevano già meno brutti, ma non così attraenti da non subire modifiche.
Mi piace tingere in lavatrice
I miei esperimenti di tintura in lavatrice sono di vecchia data, ovvero da quando la Coloreria Italiana ha fornito prodotti validi per cambiare volto a indumenti e tessili che non ci piacciono più, magari perché macchiati irrimediabilmente. La gamma di colori che la Coloreria offre è ampia. Purtroppo nei supermercati si trova solitamente il blu scuro e il nero. Visto che il blu è il colore preferito dai torinesi, la scelta per me è stata facile.
La lavatrice e la tintura della Coloreria permettono di calibrare l’intensità del colore sulla base del peso del tessuto da tingere, pertanto se si desidera il blu navy è necessario introdurre nella lavatrice tante vaschette di colore, quante ne sono previste dalle istruzioni. Se si vogliono ottenere semplici velature si introduce meno colore. Il sale da cucina è indispensabile per far sì che tutto il processo chimico di fissaggio funzioni.
Un ingenuo shibori per tingere il mezzaro
L’ultima edizione primaverile di Abilmente ha ospitato nella sezione dedicata alle mostre l’esposizione di alcuni kimono giapponesi dell’artista Kozo Takeda tinti con tecnica shibori.
Lo shibori è una tecnica di tintura a riserva, il che significa che parte del tessuto viene impermeabilizzata e preservata dalla tintura.
Come fare a tingere shibori con i pochi mezzi che avevo a disposizione?
Ho fatto un esperimento: ho ripiegato i tre teli nel senso della lunghezza (doppiandoli semplicemente). Due li ho ripiegati a fisarmonica su una larghezza di 10 cm circa. Per mantenere la piegatura li ho legati stretti (come un arrosto!) con uno spago robusto. L’altro l’ho arrotolato su se stesso e l’ho legato allo stesso modo.
Ho infilato i tre teli legati in lavatrice insieme alla tintura e al sale e ho atteso il risultato.
Aperto l’oblò della lavatrice i teli erano ancora legati, ma già vedevo gli effetti. Un passaggio in asciugatrice ha attenuato la stropicciatura e reso morbido il tessuto, pronto per la stiratura.
La confezione del mezzaro è avvenuta montando i tre teli con due cuciture ribattute e due semplici orli sui lati più corti. Il disegno completo del telo è stato ottenuto montando sui lati i due teli ripiegati a fisarmonica e mettendo al centro il telo arrotolato (che si presentava con una sfumatura sulla lunghezza).
La complessità di questa tecnica non appartiene alla mia prima ingenua esperienza di tintura shibori. La tecnica è raffinata, fatta di passaggi artistici che prevedono un’abile progettazione in partenza.
Tuttavia il mezzaro ottenuto ricopre con originalità il divano, restituendo nuova vita a tre vecchie e inutilizzate lenzuola.
Per migliorare la tecnica mi riprometto di fare un corso.
Gabriella Gai
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Gabriella Gai
Sono Gabriella Gai, vivo e lavoro a Torino. Eclettica di natura ho sviluppato esperienze professionali diverse con un comune denominatore: creatività, progetto e realizzazione. Il mio studio per il riciclo e il riuso dei materiali hanno dato vita ad un progetto dedicato interamente al riciclo del jeans per produrre moda e un lusso sostenibile esteso anche ai complementi di arredo ed alla cura del cane di casa. Il profilo Google di Gabriella Gai
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