Il caldo abbraccio del Cashmere

Baby Cashmere - Il lungo viaggio dell’eccellenza

Per questo una sola volta all’anno, a maggio, si compie un lungo viaggio attraverso la Mongolia


La capra Hircus presente in Asia centrale da più di diecimila anni è l’animale che produce la fibra tanto pregiata
Parchè la capra Hircus produca una fibra tanto nobile possiamo chiederlo solo alla natura, ma non è un caso che questo tipo di capra sia un animale capace di resistere a condizioni climatiche addirittura proibitive. Il clima rigido, la scarsità di cibo e di vegetazione fanno si che si abitui ad una alimentazione varia, anche povera. E’ a causa di queste condizioni che l’animale si difende dal freddo della steppa, proteggendosi con un manto a due strati: quello esterno fatto di peli ruvidi e resistenti all’acqua (giarre); quello interno, più vicino alla pelle è un sottovello morbido e sottile, il duvet che sviluppa calore isolando dal freddo.La nobile fibra si raccoglie nel periodo della muta, in primavera
Le capre in questa stagione perdono naturalmente il loro pelo, di una consistenza serica e di superba finezza che varia dai 13 micron dei cuccioli di capra, il favoloso baby-cashmere, fino ai 15 micron del cashmere adulto. La divisione fra le due tipologie – adulta e baby – è cosa recente visto che fino a poco tempo fa il duvet dell’adulto e dei cuccioli venivano mescolati dai pastori. I due hanno caratteristiche simili , tuttavia il pelo raccolto nella primavera del primo anno di età della capretta ha una finezza e un potere coibente assolutamente unici. Mediamente una capra adulta produce circa 250 grammi di vello l’anno, che si riduce a circa 100 grammi dopo il processo di ejerratura (eliminazione delle giarre), mentre per il baby cashmere si parla di 30 grammi di fibra l’anno per ogni esemplare, una sola volta nella vita di ogni capretta.Trenta grammi che fanno la differenza, frutto della pionieristica ostinazione di Loro Piana
I cuccioli nascono alla fine di gennaio e vengono accuditi fin dalle prime ore di vita dai pastori all’interno delle loro ger (le tende dalla tipica forma circolare), circondati da calore ed affetto come verso un nuovo componente della famiglia. A maggio, quando il clima si addolcisce e si va verso temperature più calde e si è certi che il clima non possa danneggiare le caprette in alcun modo, si procede alla pettinatura, fatta con particolare delicatezza e nel pieno rispetto del cucciolo.Una volta conclusa la raccolta si procede con il viaggio di ritorno
Ma il viaggio non è terminato. Una volta giunti alla capitale Ulan Baatar inizia un altro percorso, quello della lavorazione della fibra; il viaggio è ora verso l’Italia dove la professionalità dei Loro Piana trarrà dalle fibre l’espressione di eccellenza.La lavorazione del Cashmere è ancora un primato tutto italiano
Narra Federico Rampini in Slow Economy – Rinascere con saggezza che nonostante i cinesi abbiano il notevole vantaggio della vicinanza alla Mongolia e quindi all’approvvigionamento della materia prima, non siano riusciti ad essere vincenti sul mercato della lavorazione della pregiata fibra. E’ interessante l’analisi che Rampini riporta: il problema questa volta è dovuto all’ambiente e soprattutto all’acqua. Così come in Mongolia le capre Hircus riescono a produrre le loro fibre perché vivono in un ambiente quasi del tutto incontaminato, i cinesi non riescono a restituirne tutta la morbidezza nella lavorazione. L’acqua che utilizzano è troppo inquinata per ottenere i risultati di eccellenza dei filatoi biellesi, posti in vallate dove l’acqua è ancora un patrimonio salvaguardato. Gabriella GaiLeggi anche:

Gabriella Gai
Sono Gabriella Gai, vivo e lavoro a Torino. Eclettica di natura ho sviluppato esperienze professionali diverse con un comune denominatore: creatività, progetto e realizzazione. Il mio studio per il riciclo e il riuso dei materiali hanno dato vita ad un progetto dedicato interamente al riciclo del jeans per produrre moda e un lusso sostenibile esteso anche ai complementi di arredo ed alla cura del cane di casa. Il profilo Google di Gabriella Gai
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